giovedì 8 settembre 2016

Non sono di destra: sei tu di sinistra!


Il Divide Et Impera funziona alla perfezione da migliaia di anni sulle menti più semplici ed influenzabili. Chi detiene in potere lo sa bene e non manca di congegnare scientemente diseguaglianze, fomentare incomprensioni o seminare zizzania tra i suoi sottoposti. Non è un caso, ad esempio, che i giochi di squadra siano supportati dai governi molto più degli sport in generale perché solo i primi sono in grado di generare nette contrapposizioni tra gruppi di tifosi. Lo sport, ancor più se individuale, in genere "unisce i popoli" - come si sostiene correntemente - mentre i giochi li dividono.

Il campo della politica è quello elettivo e più fecondo per le campagne disgreganti messe in atto dai potenti. Gli esponenti politici sembrano potenti - e lo sono nel loro ristretto ambito - ma il loro ruolo non è altro che quello
dei kapò, rispetto a chi detiene realmente il potere. Nelle sedi istituzionali ci si accapiglia su decisioni di secondo piano, quelle importanti ed epocali vengono prese altrove ed imposte dall'alto. I politici onesti esistono nel momento in cui non accettano imposizioni e allora li si vede coinvolti in scandali, indagati, condannati, sparire dalla scena politica e, per i più ostinati, assassinati.


Essendo sempre stata la politica il secondo dei miei disinteressi dopo i giochi a palla, raramente mi sono sentito identificabile con l'appartenenza ad un partito. Può essere successo in gioventù a causa di inevitabili condizionamenti ma in generale mi sono sentito sempre abbastanza anarchico ed originale nelle mie idee da dissentire dalle linee generali di qualsiasi raggruppamento "colorato", questo senza escludere l'onestà intellettuale, da parte mia, di riconoscere ed appoggiare determinate proposte politiche, da qualsiasi pulpito provenissero.

Ma sottrarsi agli inquadramenti non è sufficiente per evitare di essere inquadrati! La tara mentale che affligge tutti coloro che credono nella politica dei partiti è immaginare che ogni proposta o nuova idea possa essere classificata come appartenente ad un'area di pensiero politico, come se non esistessero altre aree di pensiero... .
Un po' come faceva Nanni Moretti in uno dei suoi primi film nel quale, da protagonista, si chiedeva cosa fosse di destra e cosa di sinistra. Del resto è sua la famosa incitazione urlata ad un congresso "Dicci qualcosa di sinistra."
Persone del genere sono evidentemente incapaci di valutare un'idea per quello che è e per gli effetti che potrebbe avere sulla società.
In base a questi presupposti, ricordo che ad ogni mia esternazione venivo immediatamente classificato come "di destra" o "di sinistra" a seconda del colore del condizionamento mentale dei miei interlocutori.
Ricordo che quando si affacciò alla politica italiana al Liga Veneta, invece di ascoltare, comprendere e discutere le idee che portavano avanti, i media di regime discutevano su dove collocarla nell'arco parlamentare: a destra, al centro o a sinistra?!?
Evidentemente, era la prima volta che si ascoltavano proposte che sfuggivano ad un inquadramento ideologico.

Questo succedeva molti anni fa ma siamo ancora ben lungi da poter sperare in una politica funzionale, gestionale e votata a "risolvere problemi" invece che impegnata in maniera inconcludente a dirimere questioni ideologiche.

Pochi anni fa, mi fu chiesto se fossi un elettore di centro-sinistra. A pormi la domanda fu una ragazza plagiata dalla politica di derivazione vetero-comunista.
A parte il fatto che, prendendo atto della distribuzione spaziale delle ideologie nelle Camere, chiedere se uno è di centro-sinistra è già una domanda idiota perché a rigor di ideologie, uno o è di centro o è di sinistra. Ma ammettiamo senza concederlo che l'ottica odierna è bipartitica, anzi bipolare (nell'accezione psichiatrica del termine) e rispondiamo alla domanda: se io rispondo semplicemente "No!" - come risposi - qual'è la logica che autorizza a concludere che io sia di centro-destra?
Ma nelle menti semplici ci sono solo pochi scompartimenti, e tutti riportano un'etichetta. Cassetti vuoti per le idee nuove ed originali non sono previsti.