sabato 23 luglio 2016

Un attentato al giorno toglie le libertà di torno

In riferimento alla "freschissima" sparatoria di Monaco di cui non ha neanche senso discutere più di tanto per evitare di ripetere concetti già eviscerati, non siamo ancora alla cadenza giornaliera per dare agio ai media di vendere i loro prodotti (dis)informativi, ma poco ci manca.
Dal punto di vista propagandistico, non ci sarebbe alcun problema visto che il numero di sedicenti o presunti terroristi Killed In Action è abbondantemente inferiore al numero di migranti e migrati presenti sui territori dei Paesi colpiti, ciò se si dà per scontata la loro effettiva responsabilità in fatti del genere.

Dal punto di vista logistico forse no perché è noto che per preparare un Candidato Manchuriano alias kamikaze (visto che non esiste un termine arabo per definire tali figure, peraltro inesistenti nella cultura islamica) ci vogliono
almeno tre settimane di trattamenti e condizionamenti psico-farmacologici e quindi i Servizi o chi per loro organizzano tali operazioni, con cadenze eccessivamente serrate potrebbero trovarsi indietro col lavoro.

Con la rapidità con cui la mente umana si adatta alle nuove situazioni, siamo ormai ad un passo dalla banalizzazione di tali eventi ed il rischio, per gli organizzatori, è che stragi ed attentati vari non sortiscano più gli effetti socio-politici sperati.
In passato, ci sono stati Paesi più o meno dimenticati dai media e dai "garanti della pace" perché "non portavano né olio né vino" ovvero né petrolio né altri beni altrettanto ambìti, in cui le guerre si sono protratte per decenni e ciò nonostante, la vita della popolazione civile ha potuto proseguire in qualche modo, magari rinunciando a qualche libertà e diritto civile, obiettivo principale di chi organizza e muove i fili del terrorismo "internazionale".

Per rendere inutile questa logica di sangue ed azzerarla, l'unica reazione possibile da parte del cittadino è non accettare alcuna (ulteriore) limitazione delle sue libertà e dei suoi diritti; del resto, il rischio di rimanere coinvolti in tali attentati è più basso di quelli che si affrontano ogni giorno sulle nostre strade, e non per questo smettiamo di andare in giro.