giovedì 21 aprile 2016

Numeri

In un vecchio articolo, ho sostenuto che non è possibile ottenere una visione realistica del mondo che ci circonda se non si possiede un minimo di formazione scientifica. Ciò perché la tecnologia occupa e condiziona la quasi totalità non solo della nostra vita ma di tutto l'andazzo planetario.
Ezra Pound sosteneva che non è possibile capire la storia se non ci s'intende d'economia e, parimenti, io sostengo che se non ci s'intende almeno un po' dei rudimenti essenziali di termodinamica, fisica generale, fisica dell'atmosfera (meteorologia) e non ci si tiene aggiornati sulla scienza di confine oltre che di quella censurata, non

lunedì 18 aprile 2016

Mirare al bersaglio giusto

Di poche cose possiamo essere certi come del fatto che l'Uomo è totalmente dipendente dalla tecnologia, non solo perché siamo qui a comunicare attraverso la rete convinti che ormai non potremmo farne a meno ma anche e soprattutto perché senza la tecnologia non avremmo occhiali per leggere (ma non importa perché tanto non avremmo nulla da leggere), non sapremmo come difenderci dal freddo, dalla pioggia, dalle spine e dai sassi taglienti.
La nostra vita sarebbe privata dal piacere di materializzare un'idea, un concetto tecnologico come una costruzione, un veicolo, un aereo, una barca. Saremmo indifesi contro animali predatori, dovremmo ridurre la nostra dieta a ciò che di commestibile riusciamo a raccogliere ed a mangiare crudo, a catturare (qualche insetto o qualche piccolo animaletto non troppo pronto di riflessi) o a cibarci di carcasse magari sottratte a veri predatori.

mercoledì 13 aprile 2016

A quando la decisione di sostenere un Paese in difficoltà?

Oltre la sudditanza ad altri Paesi, uno dei grandi mali del nostro è la limitata libertà di stampa che nel 2015 lo pone al 73° posto nel mondo su di un totale di 196 Paesi riconosciuti come "indipendenti".
Quindi, per sapere qualcosa di (più) reale ed attuale, invece di aspettare una cinquantina d'anni la desecretazione della nostra storia recente, facciamo prima a consultare i giornali esteri. In questo caso ci rivolgiamo alla Francia, che può dirci qualcosa dall'alto del suo 38° posto in graduatoria mondiale... .

Il quotidiano Le Figaro, da fonte internazionale Reuters, ci informa che "L'Italia sta pensando di creare un fondo garantito dallo Stato per sostenere le banche in difficoltà..." e fin qui nulla di strano perché da "sempre" il nostro Stato, naturalmente a spese nostre, corre in soccorso delle aziende private sufficientemente grandi da influenzare, per non dire decidere, la politica economica nazionale. 
Lo ha sempre fatto ad esempio con la FIAT accollandosene le millantate perdite senza mai beneficiare degli utili, ricordando nel suo comportamento una celebre barzelletta di Gigi Proietti.
E per fortuna la FIAT ci ha abbandonato, trafugando gli ultimi capitali italiani (si spera) e trasferendo i nostri... pardon: loro averi all'estero.
Ma le banche sono ancora qui, magari non sono tutte a capitale nazionale, ma sono vive, vegete e protette dallo Stato nella loro funzione parassitaria ed ecco che si scoprono "in sofferenza" in quanto parassiti di un organo che hanno fatto ammalare loro, oltre ai soliti noti.

Questo supporto statale andrebbe in contrasto con delle leggi comunitarie e l'unica speranza è che non venga violata una di quelle poche leggi europee che ci tornerebbero utili.
Ma siccome non m'intendo affratto di politica ma un poco poco di economia, mi chiedo: a quando una cordata di banche per aiutare il loro Paese in difficoltà? Ciò anche nel loro interesse.
La cosa avrebbe più senso di un aiuto statale a degli imprenditori fallimentari.
E il famoso rischio d'impresa dove finisce se quando fallisci ci pensa lo Stato?
Cioè: perché la cosa vale per loro e quando i normali imprenditori - che sono coloro che CREANO il lavoro - sono in difficoltà, lo Stato non aspetta altro che assestare loro il colpo di grazia, avvalendosi nel caso di associazioni criminali come Equitalia?

Ma basta guardare al passato per capire quali possono essere gli sbagli di uno Stato, tenendo ben presente però - come sosteneva Ezra Pound (vedi foto) - che chi non s'intende di economia non può capire affatto la storia.

martedì 12 aprile 2016

Esperienze quotidiane di plagio mentale

Come accorgersi se la persona con la quale ci rapportiamo (anche quella che si riflette nello specchio...) è mentalmente condizionata o del tutto plagiata?

Butto giù una piccola guida per punti basata sulle mie esperienza quotidiane degli ultimi giorni. (Figuratevi quelli di una vita intera: alle scuole medie raggiunsi un accordo col prete: lui entrava ed io uscivo passando l'intera ora di religione nei corridoi. Mi fossi potuto avvalere dei futuri studi di Biglino!)

1) Dato che è quasi inevitabile vista la situazione che sta attraversando il nostro Paese, vi trovate a parlare di economia, così, senza impegno in un convivio tra amici.
Voi, che magari attingete a qualche nozione in più degli altri e non ne potete più di focalizzare la vostra attenzione sulle sciocchezze, accennate alla radice del problema: la perdita di sovranità monetaria da parte dello Stato ed allo strabuzzare degli occhi degli astanti perderete ore, probabilmente senza successo, cercando di far comprendere un concetto tanto elementare come il signoraggio bancario che capirebbe anche un bambino che, per sua fortuna, non è stato ancora indottrinato.
Di fronte a voi, avete delle persone condizionate da un dogma di falsa economia che difenderanno strenuamente per evitare di fare la figura di quelli che per una vita intera sono stati ingannati e non se ne sono accorti.
2) Un argomento tira l'altro e, ignorata la questione del signoraggio primario per cui diventa quasi inutile cercare di introdurre il tema del signoraggio secondario, qualcuno suggerirà le sue soluzioni ai problemi nazionali anche se voi sapete bene che riguardano gli effetti e non le cause.
I poveretti se la prenderanno con: Berlusconi (perfetto capro espiatorio: se non ci fosse stato, il Sistema avrebbe dovuto inventarlo); gli stipendi dei parlamentari (una vera goccia nel fiume di capitali sottratto quotidianamente alla nostra nazione); l'evasione fiscale (ignorando il fatto che uno Stato imprenditore, straricco come l'Italia e che emetta moneta propria non avrebbe alcun bisogno di estorcere denaro con la forza ai propri cittadini, come non erano tassati i cittadini USA prima della delega dell'emissione della moneta alla banca privata Federal Reserve).
Chiaramente, cercare di far capire a tutti che stanno discutendo degli effetti e non delle cause è impossibile visto che non hanno compreso il punto 1.

3) Stanchi di combattere contro i mulini al vento, alzate gli occhi al cielo e, valutandone lo stato, fate una battuta buttata là sulle condizoni evidentemente artificiose in cui versa. Al che, i più disinformati tra di loro, serrando le palpebre divertiti, osserveranno a voce alta che siete dei "complottisti" ignorando di utilizzare un termine ed osservare passivamente un protocollo concepito dalla CIA per censurare la verità sull'omicidio di JFK e che funziona benone ancora oggi.
Assolutamente inutile cominciare a spiegare i parametri fisici necessari per la formazione di scie di condensa, dell'enorme mole di documenti e accordi internazionali che vertono sulle modificazioni artificiali del clima, degli effetti certi e gli scopi ipotizzabili da tali pratiche perché ormai siete bollati come complottisti e qualsiasi prova reale e verificabile possiate addurre, nulla potrà contro il condizionamento menatle che hanno subito i vostri poveri interlocutori.

4) Di lì a poco, ormai oggetto di dileggio da parte del gruppo, concluderanno che allora voi credete anche agli UFO!!
Embè? Direte voi: l'acronimo indica solo il rilievo di un oggetto volante non identificato, non si tratta di crederci o non crederci, al livello conoscitivo iniziale. Ma, osservando ciò, non state prendendo in considerazione il fatto che nella loro mente lo stesso termine UFO identifica qualcosa in cui credono solo i gonzi, ricalcando un protocollo ordito subito dopo il crash di Roswell, ma che ve lo dico a fare...?

5) Del resto sono proprio "loro" che ci hanno "creato": cosa c'è di strano ad ammettere cha siano ancora qua in giro?
Apriti cielo! Mettere in dubbio la visione teologica monoteista del più rimaneggiato libro di storia del mondo è roba da anatema: nonostante non sia assolutamente vostra intenzione mettere in dubbio l'esistenza di Dio (visto che la bibbia non ne parla affatto e neanche voi ve ne intereressate) mettere in discussione le certezze teologiche (quindi del tutto umane) sulla natura di Dio e dei sui scritti liberi da diritti di riproduzione, è cosa di cui non si può neanche cominciare a discutere: del tutto inutile addurre studi antropologici, paleobotanici o paleogenetici: vi risponderanno sempre con cervellotiche ed improbabili interpretazioni simboliche di scritti che sono abbastanza chiari, se affrontati serenamente e con la mente sgombra da preconcetti.
Ma i preconcetti rappresentano le fondamenta filosofiche di molti di noi e non c'è niente di peggio che provare a metterli in discussione. Ci vuole troppa umiltà intellettuale e non è da tutti. 

6) A questo punto, cercate di evitare assolutamente di ricordare, parlando d'altro, che Bin Laden morì ammazzato nel 2001, che i 40 attivisti di Al-Qaeda furono eliminati nel 2002 nelle tane di Tora Bora, che l'ISIS e la stessa vecchia jihad sono una creazione della CIA, che non puoi sbriciolare e far dissolvere nel nulla un colosso di ferrocemento lanciandoci contro un aereo d'alluminio tutto sommato piccolo in rapporto all'edificio perché tanto qualsiasi cosa dice un complottista non va presa in considerazione, altrimenti si rischia di capire.

Consolatevi, perché da uno studio è stato recentemente appurato che i cosiddetti complottisti sono mediamente più intelligenti ed aperti mentalmente di chi è pervicacemente abbarbicato ai dogmi inculcatigli fin da bambino.
Questa nuova consapevolezza per me non cambia nulla perché nel mio dizionario dei sinonimi&contrari, "complottista" è il contrario di "idiota".
Senza offesa per i disinformati.

lunedì 11 aprile 2016

Gli stipendi irrisori dei parlamentari...


- Nella foto: due presidenti illegittimi -
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Uno dei falsi problemi con i quali si svia l'attenzione dell'opinione pubblica verso tematiche poco significative è tradizionalmente quello degli stipendi dei politici.
I partiti più populisti come i pentastellati e sinistri vari ne hanno fatto addirittura un loro cavallo di battaglia, non essendo in grado - o non volendolo fare - di proporre soluzioni per il Paese.
Il problema è del tutto relativo perché l'Italia è uno dei Paesi più ricchi del mondo e quindi gli stipendi elargiti ai politici, nel complesso, incidono ben poco sul bilancio nazionale, anche se la sola Presidenza della Repubblica ci costa più di quanto spenda la Gran Bretagna per la sua Corona.
Incidono molto di più le loro scelte economiche scellerate e di queste si dovrebbe discutere, prima di passare a valutare la congruità dei loro appannaggi.

Per cui mi sento di fare una proposta controcorrente:
Decuplichiamo gli stipendi ai politici, a patto che comincino a fare i nostri interessi e non quelli di determinati Stati esteri.
Sarebbe un costo irrisorio rispetto all'enorme mole di vantaggi.