sabato 4 ottobre 2014

Micidiale non violenza

Secondo una notizia ANSA del 29 settembre scorso, "Non è morto per cause violente l'uomo di 64 anni che la scorsa settimana aveva avuto una crisi cardiaca in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio al S.Ambrogio di Torino."
"Lo ha stabilito l'autopsia effettuata dal medico legale Fabrizio Bison, incaricato dal pm Laura Longo che indaga per omicidio colposo. Per stabilire le cause della morte bisognerà aspettare ora gli esiti dell'esame tossicologico. L'autopsia non ha stabilito quali siano state le cause dirette dell'arresto cardiaco."
 
Sembra, anzi è una notizia come tante che, pur provenendo da un'agenzia giornalistica, in queste poche righe presenta già una distorsione dell'informazione e, quello che è peggio, veicola la discutibile opinione personale di chi scrive.
 
Infatti, affermare che l'uomo "non è morto per cause violente" e subito dopo precisare che "aveva avuto una crisi cardiaca in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio" è contraddittorio in quanto è lo stesso TSO ad essere una delle più grandi violenze concepite dall'umanità. E poi, se lo stesso autore dell'articolo sostiene che la crisi cardiaca l'ha avuto in seguito al TSO - se la lingua italiana funziona sempre allo stesso modo - equivale a dire che la vittima del trattamento è morto a seguito del trattamento stesso e non ha senso cercare d'individuare un'altra causa.
 
Il TSO è un mezzo coercitivo da lager sovietico formalmente identico alla tortura in quanto non può non indurre sofferenza visto che per sua natura non è richiesto né spesso accettato dalla vittima.
L'unico metodo formale per distinguere tra le due pratiche consiste infatti nella valutazione, ove possibile, del grado di sofferenza inflitto anche in funzione di eventuali menomazioni di carattere più o meno irreversibile, sia di carattere fisico che mentale. In questo caso, la menomazione irreversibile che salta all'occhio è la perdita della vita. Saremmo quindi nel campo della tortura terminale, a meno di non considerare le "attenuanti generiche" per gli esecutori che in realtà non avevano intenzione di uccidere il soggetto ma solo di trasformarlo in ciò che volevano... .
 
Ma, a parte morte, mutilazioni, infermità o altri danni permanenti di tipo fisico che può causare la pratica della tortura intesa come tale e da sempre utilizzata in scenari di guerra o di spionaggio, anche uscire fisicamente indenni da un TSO non significa che lo stesso possa essere automaticamente distinto dalla tortura, in quanto la sua applicazione può causare danni permanenti alla psiche del soggetto.
In Italia, ad esempio, è ancora celatamente praticato l'elettroshock che come conseguenza può portare una diminuizione del Quoziente Intellettivo, alterazioni della personalità e del controllo psico-motorio. E se non è tortura questa... .
 
Speriamo, a questo punto, che il Pubblico Ministero incaricato dell'indagine apra bene gli occhi e, invece di perdere tempo spulciando le cartelle del ricovero, individui nella stessa pratica del TSO l'unica causa della morte e, quale responsabile mandante, colui che l'ha ordinata.
Certo che anche gli esecutori... .