domenica 19 ottobre 2014

Volete veramente aiutare gli alluvionati? Non inviate loro soldi!

 
Gli italiani sono strani: permettono che le loro tasse vengano alla fine interamente versate ad una banca (quasi del tutto) privata invece che allo Stato e poi trovano normale far fronte di persona ai disastri che combina lo stesso Stato!
Tra i più recenti, quelli provocati con l'alluvione di Genova per i quali è prontamente nato (almeno) un canale di donazioni volontarie destinate - dicono - a sostenere economicamente i danneggiati.
 
Bene, come nel caso dei bambini tolti alle famiglie indigenti e poi trasferiti in strutture che costano allo Stato almeno 10 volte quanto costerebbe aiutare direttamente le loro famiglie, sappiate che è del tutto IMMORALE versare denaro ad organizzazioni che, se magari non sono esattamente le stesse che hanno provocato l'alluvione (leggi: Geoingegneria clandestina, che è noto essere particolarmente intensa sulla Liguria), sono di sicuro con esse colluse o simpatizzanti.
Nella migliore delle ipotesi si tratta di normali sciacalli che spuntano richiamati dall'odore d'affare che genera ogni nuova sciagura. Ed in questo contesto è importante ricordare che non esistono sciagure assolute ma solo relative a chi le subisce: per qualcun'altro costituiranno un affare.
 
Quei soldi che elargite, nella migliore delle ipotesi arriveranno alla destinazione elettiva solo in minima parte e magari sottoforma di generi di secondaria necessità acquistati a prezzo di realizzo presso qualche industriale colluso con l'operazione. Nella migliore delle ipotesi, perché spesso non arrivano affatto.
 
Come al solito, la propaganda di Sistema è efficientissima a spostare l'attenzione mediatica su risvolti consequenziali e non significativi sulle cronache delle sciagure (di Stato): l'aiuto alle persone, l'ammontare dei danni, la ricostruzione, i soldi necessari, ecc. evitando di approfondire le cause delle sciagure, l'unica analisi che permetterebbe di evitarne di simili. Ovvero, magari approfondisce pure ma inventandosi cause e responsabilità poco plausibili e raggiungendo conclusioni ufficiali che alla fine danno al colpa... a Madre Natura ed al riscaldamento globale!
Peccato che da circa 18 anni i dati non manipolati parlano di un raffreddamento globale e non di un riscaldamento, per cui queste piogge di stampo monsonico dovrebbero essere sempre più rare, anzi inesistenti sul nostro Paese, come lo erano prima dell'avvento delle Scie Chimiche. E se arrivate alla consapevolezza che non eiste alcun Riscaldamento Globale ma se mai il contrario, ecco che vi appariranno ancor più chiare ed evidenti le operazioni di irrorazione aerea volte all'alterazione - almeno temporanea e su scala locale - del clima.
 
Articolo correlato:
 

martedì 7 ottobre 2014

Protezionismo inverso

Ovvero: come i nostri governanti fanno gli interessi di altri Paesi affossando l'economia nazionale.
Però i loro stipendi li paghiamo noi.
 
http://www.nocensura.com/2014/10/calo-del-20-dei-prodotti-ortofrutticoli.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+nocensura%2Ffeed+%28nocensura.com%29
 

sabato 4 ottobre 2014

Micidiale non violenza

Secondo una notizia ANSA del 29 settembre scorso, "Non è morto per cause violente l'uomo di 64 anni che la scorsa settimana aveva avuto una crisi cardiaca in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio al S.Ambrogio di Torino."
"Lo ha stabilito l'autopsia effettuata dal medico legale Fabrizio Bison, incaricato dal pm Laura Longo che indaga per omicidio colposo. Per stabilire le cause della morte bisognerà aspettare ora gli esiti dell'esame tossicologico. L'autopsia non ha stabilito quali siano state le cause dirette dell'arresto cardiaco."
 
Sembra, anzi è una notizia come tante che, pur provenendo da un'agenzia giornalistica, in queste poche righe presenta già una distorsione dell'informazione e, quello che è peggio, veicola la discutibile opinione personale di chi scrive.
 
Infatti, affermare che l'uomo "non è morto per cause violente" e subito dopo precisare che "aveva avuto una crisi cardiaca in seguito a un trattamento sanitario obbligatorio" è contraddittorio in quanto è lo stesso TSO ad essere una delle più grandi violenze concepite dall'umanità. E poi, se lo stesso autore dell'articolo sostiene che la crisi cardiaca l'ha avuto in seguito al TSO - se la lingua italiana funziona sempre allo stesso modo - equivale a dire che la vittima del trattamento è morto a seguito del trattamento stesso e non ha senso cercare d'individuare un'altra causa.
 
Il TSO è un mezzo coercitivo da lager sovietico formalmente identico alla tortura in quanto non può non indurre sofferenza visto che per sua natura non è richiesto né spesso accettato dalla vittima.
L'unico metodo formale per distinguere tra le due pratiche consiste infatti nella valutazione, ove possibile, del grado di sofferenza inflitto anche in funzione di eventuali menomazioni di carattere più o meno irreversibile, sia di carattere fisico che mentale. In questo caso, la menomazione irreversibile che salta all'occhio è la perdita della vita. Saremmo quindi nel campo della tortura terminale, a meno di non considerare le "attenuanti generiche" per gli esecutori che in realtà non avevano intenzione di uccidere il soggetto ma solo di trasformarlo in ciò che volevano... .
 
Ma, a parte morte, mutilazioni, infermità o altri danni permanenti di tipo fisico che può causare la pratica della tortura intesa come tale e da sempre utilizzata in scenari di guerra o di spionaggio, anche uscire fisicamente indenni da un TSO non significa che lo stesso possa essere automaticamente distinto dalla tortura, in quanto la sua applicazione può causare danni permanenti alla psiche del soggetto.
In Italia, ad esempio, è ancora celatamente praticato l'elettroshock che come conseguenza può portare una diminuizione del Quoziente Intellettivo, alterazioni della personalità e del controllo psico-motorio. E se non è tortura questa... .
 
Speriamo, a questo punto, che il Pubblico Ministero incaricato dell'indagine apra bene gli occhi e, invece di perdere tempo spulciando le cartelle del ricovero, individui nella stessa pratica del TSO l'unica causa della morte e, quale responsabile mandante, colui che l'ha ordinata.
Certo che anche gli esecutori... .