venerdì 27 aprile 2012

1° maggio, su coraggio, a lavorare



Non c'è nulla da festeggiare, contrariamente a quanto vogliono farci credere, il lavoro non è un fine, non è sinonimo di dignità né tantomeno di libertà come suggerivano le scritte all'ingresso dei campi di lavoro nazisti. Il lavoro, se mai e se se ne verificano le condizioni, può essere uno dei mezzi che le opportunità della vita ci riservano per procacciarci INDIRETTAMENTE le necessità per la nostra sopravvivenza.
Il lavoro non è un regalo, non è merce di scambio, non è un premio e non è un contentino: è solo fatica a volte necessaria che sottrae una parte considerevole del nostro tempo che è tutto quello che abbiamo in questa vita.
Il lavoro non nasce sotto ai cavoli e non può essere creato dal nulla dai nostri governanti; può nascere però dall'inventiva e dal coraggio di un imprenditore, uno che non riesce neanche a pensare a procurarsi un posto "fisso" - succeda quel che succeda - demandando tutti i riscshi alla società o ad un altro imprenditore. E quindi, se proprio uno non immagina di meglio per sé che un posto di lavoro nel quale profondere i propri sforzi a beneficio di terzi, deve innanzitutto fare in modo di favorire il LAVORO degli imprenditori, ovvero di coloro che soli hanno il potere di CREARE posti di lavoro.
Perciò niente più scioperi, astio o invidia verso i "padroni" (termine fuorviante per definire gli imprenditori) ma ammirazione e ringraziamento per creare dal nulla il lavoro che tanto desideriamo.
Diffidate quindi delle politiche governative che invece di sostenere l'iniziativa privata, cercano di stroncarla inducendo possibilmente al suicidio tutti i cittadini colpevoli di imprenditoria: non è così che si creano posti di lavoro... .

"Il lavoro rende liberi" - I nazisti gettarono le basi della scienza della propaganda e della persuasione occulta che poi continuarono ad evolvere e sviluppare negli Stati Uniti, dopo la guerra.

Nella decaduta Unione Sovietica, per assicurare LAVORO a tutti (non benessere o denaro ma semplice LAVORO che è l'unico BENE che uno schiavo è autorizzato a desiderare) furono capaci di organizzare veri eserciti di lavoratori che avevano l'importante compito di tagliare alberi, condurli alle segherie, affettarli in strisce sempre più sottili, ridurli in trucioli e quindi bruciarli senza neanche sfruttare in qualche modo il calore prodotto dalla combustione. In pratica devastavano foreste pur di assicurare quel LAVORO che è il FINE (e non il mezzo) del comunismo o di altre forme organizzate di potere. Il potere è potere, puoi chiamarlo comunismo, fascismo, capitalismo, eccetera a seconda della sua forma esteriore ma sempre di una prevaricazione dell'Uomo sull'Uomo si tratta.

Riprendiamoci la vita, smettiamo di desiderare beni inutili, di allinearci a tutti i costi ad uno status che qualcuno ci ha fatto credere "dignitoso", di ringraziare chi ci offre lavoro per otto o più ore al giorno in cambio della nostra vita e soprattutto di coltivare fiori alla finestra della nostra cella.
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