martedì 22 dicembre 2009

La privatizzazione delle Forze Armate ed altre truffe di stato.


Premessa. La privatizzazione degli enti pubblici e la sistematica truffa dello Stato ai danni dei cittadini

Innanzitutto c'è da premettere che la vecchia gestione dello Stato, centralizzata, aveva i suoi difetti innegabili, ma aveva anche molti pregi.

La trasformazione in Spa, quando non la privatizzazione complta, di enti statali che si è avuta in questi ultimi anni non ha raggiunto l'obiettivo di rendere più efficienti gli apparati statali, ma ha invece aumentato l'inefficienza, aumentato le truffe ai danni dei cittadini, e aumentato lo sperpero dei soldi pubblici.

Ci avevano raccontato la favoletta che la privatizzazione, o la trasformazione in SPA, sarebbe servita a rendere più snelli e produttivi gli enti pubblici.
E noi, docenti e giuristi, ci eravamo cascati come deficienti. Qualche anno fa pubblicai un manuale di Diritto amministrativo dove, insieme alle altre pecore che belano, anche io ho scritto le consuete cazzate sulla privatizzazione formale e sostanziale, sul modello di PA più efficiente, e stronzate varie.

Ora quando rileggo quelle pagine, mi sembrano scritte da un cerebroleso, anche se poi mi consolo quando vedo che le stesse puttanate sono scritte su tutti i manuali, senza distinzioni.

La verità è che ci hanno fottuti. La trasformazione in SPA è stata una delle più grandi truffe mai perpetrate ai danni dei cittadini. Vediamo alcuni esempi.


La truffa Telecom

Il passaggio da Sip a Telecom ha aumentato i costi delle bollette; aumentato l'inefficienza, e aumentato le truffe. Migliaia sono i cittadini che si sono visti arrivare bollette farlocche, cambi di tariffe non richiesti, ecc.

Siccome poi lo Stato ha inventato quella meravigliosa tassa da 40 euro che bisogna pagare per poter fare ricorso, con la conciliazione obbligatoria, il meccanismo processuale per difendersi è diventato impossibile da praticare, perlomeno quando si tratta di somme modeste.

Il risultato è che Telecom e TIM incassano somme esorbitanti perché rubando piccole somme il cittadino ha difficoltà a difendersi; siccome il meccanismo è applicato a centinaia di migliaia di utenti, con questo sistema si realizzano guadagni illeciti per milioni di euro.

I sistemi escogitati sono tanti. Dai famigerati numeri con prefisso 144, alle ricariche per internet che terminano alla mezzanotte del 30 esimo giorno senza possibilità di ricaricare in anticipo (così l'utente si scorda la scadenza e spende un capitale), alle carte vacanze che danno diritto a chiamare 500 minuti gratis (ma non ti dicono che allo scadere dei 500 minuti paghi una tariffa enormemente superiore e quindi va a finire che paghi un salasso senza accorgertene); poi abbiamo le bollette gonfiate, i cordless e i telefoni inviati a chi non ne ha fatto richiesta con l'addebito in bolletta; la fantasia degli amministratori dell'azienda è senza limiti. Uno dei sistemi migliori poi è quello di dare in appalto a una ditta privata esterna la vendita di alcuni servizi truffa in modo che poi il truffato non possa rivalersi su TIM ma debba far causa alla ditta di servizi (che o ha cessato di operare, oppure è introvabile perché l'utente non riesce a ritrovare il numero).

E che dire di quella genialata dello scatto alla risposta? Così se sei in una zona con scarsa copertura in cui la linea salta dopo pochi secondi e devi richiamare dieci volte, paghi dieci scatti senza motivo.

Telecom e TIM sono state condannate più volte a pagare milioni di euro, ad esempio 2,4 milioni di euro per le truffe dialer, 6,5 milioni di euro per le truffe mediante sms che comunicavano che esistevano messaggi nella segreteria telefonica mai attivata dall'utente; ma i soldi incassati con queste truffe superano immensamente le multe che hanno dovuto sborsare.


La truffa Equitalia

Fantastico anche il meccanismo di trasformazione in SPA di Equitalia, con le conseguenti leggi per riscuotere i tributi.

Che fa Equitalia? Manda cartelle pazze a migliaia di cittadini.

Su 1000 cittadini che ricevono tasse arretrate senza giustificazione, 200 pagano senza fiatare; magari sono risparmiatori che hanno da parte qualche decina di migliaia di euro e per evitare noie e il costo di un avvocato pagano e zitti.

Una buona parte protesta e spesso ottiene una consistente riduzione della somma da pagare, e quindi si accontenta di pagare la riduzione, felice di poter evitare un contenzioso sborsando "solo" poche centinaia di euro anziché le migliaia che erano state richieste all'inizio. Tempo fa vennero mandate ad alcuni pensionati delle cartelle per trentamila euro, adducendo un errore nel calcolo della liquidazione. Molti pagarono; chi andò a protestare si vide immediatamente ridurre a 500 euro la cartella originaria (quindi molti pagarono, felici di cavarsela con una somma inferiore); solo chi ha impugnato la cartella è riuscito a non pagare nulla.

Un sistema che ha fruttato ad Equitalia milioni di euro.

Una parte delle cartelle finisce invece in tribunale; il contribuente vince la causa, ma a conti fatti, nel complesso dell'operazione, Equitalia ci guadagna sempre somme esorbitanti.

In molte zone d'Italia poi Equitalia ha pignorato centinaia di case, auto, e beni dei contribuenti; contribuenti che spesso sono addirittura all'oscuro della richiesta di pagamento.

Vengono recapitate tasse arretrate per essere proprietari di immobili mai pesseduti; per aver esercitato mestieri mai fatti; o aver esercitato la professione in periodi in cui le persone erano disoccupate, o addirittura... in carcere.

In pratica con questo meccanismo Equitalia si assicura un enorme flusso di capitali, che sono illeciti perché si tratta di somme non dovute, ma trattandosi di una società privata nessun amministratore rischia alcunché.

La guardia di finanza e alcune procure hanno spesso iniziato indagini, ma esse non portano né porteranno mai ad alcun risultato, perché il reato ipotizzato (la truffa) è troppo blando e i tempi di prescrizione sono troppo brevi.

Peraltro Equitalia ha il completo appoggio dei politici al governo, perché le leggi in vigore consentono ad Equitalia di espropriare immobili di qualsiasi cittadino anche a fronte di tasse arretrate per 5000 euro, con un procedimento rapidissimo e fuori da ogni regola di logica giuridica che ha come conseguenza il fatto che spesso al cittadino viene venduto l'immobile, anche quando poi il tribunale dà tardivamente torto ad Equitalia.

Su un giornale ho letto di un tizio di Salerno, tale Nunzio Birra, cui è stata espropriata e venduta la casa per un credito (non dimostrato) di 15.000 euro; la casa (che valeva 400.000 euro) è stata acquistata all'asta per 56 mila euro, dopodiché la società che aveva acquistato la casa ha proposto al Birra di riacquistarla per 200.000 euro. Una truffa colossale. Ed è una truffa di Stato.

Nella sola provincia di Napoli gli immobili ipotecati sono 200.000. E spesso sono ipotecati a persone che ignorano di avere la casa ipotecata, e lo scoprono solo al momento in cui questa viene messa in vendita.

Un altro metodo geniale è quello di inviare mini cartelle da 10-20 euro. Così il contribuente paga e zitto, perché è impossibile ricostruire la correttezza delle somma. A me ad esempio arrivano ogni anno tasse arretrate di 40-50 euro... per un professionista (le cui tasse si determinano con un calcolo complicato che tiene conto di tutte le fatture in entrata e in uscita, le detrazioni, ecc...) è impossibile rifare tutti i conti e sapere se quelle 40 euro sono giuste o meno; d'altronde sono sicuro che è impossibile che ad Equitalia qualcuno ogni anno rifaccia i calcoli delle tasse che mi riguardano. Ma l'unica strada è pagare, e rassegnarsi alla truffa.

Il meccanismo giuridico che sta alla base delle leggi che regolano il rapporto tra Equitalia e cittadini è previsto dal Dl 203/2005, nonché dal Dlg 112/1999, e 46/2009, oltre che dal DPR 602/73 e dalle varie norme in materia di contenzioso tributario; anche se è complicato da descrivere in un articolo, penso che possa essere riassunto efficacemente e in modo molto chiaro nella famosa frase che il Marchese del Grillo disse nel film omonimo: "Io (Equitalia) sono io, e voi non siete un cazzo".

Il problema è che dal punto di vista giuridico dovrebbero finire in galera tutti i politici che hanno votato le leggi che hanno permesso questo stato di cose, perchè si tratta di una truffa immensa, ideata dai politici e perpetrata con la complicità di amministratori, magistratura, informazione.


Le truffe Enel

Per non parlare delle bollette della luce. La luce è un bene essenziale, perché senza di essa nelle nostre cose e negli uffici non funziona più nulla, PC, TV, frigorifero, in alcuni casi i riscaldamenti e addirittura, nelle case di campagna che non sono collegate all'acquedotto, la mancanza dell'elettricità determina l'impossibilità di usare l'acqua.

Nelle aziende e negli esercizi commerciali mancanza di elettricità equivale al blocco dei macchinari.

Ecco quindi che se arriva una bolletta caricata abusivamente di poche centinaia di euro conviene pagare subito, per evitare il blocco della corrente.

Mentre i costi di una causa civile e del ricorso ad un avvocato scoraggia normalmente i cittadini dal fare ricorso.

Questo è il risultato della privatizzazione in Italia; di quella privatizzazione che ci avevano presentato come la soluzione del problema all'inefficienza statale, e che invece si è rivelata essere uno degli indizi rivelatori della fine del nostro sistema democratico, perché la magistratura e la polizia sono troppo inefficienti e/o corrotte per poter intervenire con efficacia su un sistema così capillare.

A parte il fatto che il nostro sistema penale è totalmente sfornito anche teoricamente di mezzi giuridici, perché le pene previste per i reati di questo tipo sono già ridicole in partenza.


La trasformazione delle Forze Armate in SPA


La trasformazione delle FFAA in SPA si inserisce nel quadro generale delle privatizzazioni. Qui però ci sono conseguenze ulteriori e vantaggi diversi (per il governo).
Ovviamente in un primo tempo resterà tutto identico a prima e non cambierà nulla. La difesa continuerà a restare ufficialmente pubblica, e la veste di SPA consentirà solo una maggiore facilità nel truffare in alcuni settori.
Piano piano, però, sulla falsariga di quello che è successo ad esempio con Telecom o con Banca d'Italia (in cui di pubblico non è rimasto nulla, tranne il nomen iuris) si amplierà l'area dei settori della difesa interessati dalla privatizzazione e la truffa diventerà globale, fino ad arrivare al seguente risultato:

- eliminazione del reato di corruzione e concussione:


Se un amministratore pubblico prende una tangente per favorire qualcuno, ricorre il reato di corruzione; se l'amministratore minaccia Tizio di non dargli un suo diritto se costui non paga una tangente, il reato è quello di concussione.

Se lo stesso comportamento è posto in essere dall'amministratore di una società privata NON esiste alcun reato.

Stessa cosa vale per il reato di abuso di ufficio.

In altre parole, privatizzando le FFAA gli amministratori potranno affidare le commesse a chi pare loro, senza rischiare alcunché dal punto di vista penale. Verranno acquistati miliardi di materiale inefficiente, pagandolo dieci volte il loro valore? Non sarà reato. Nessuno verrà punito.


- eliminazione del meccanismo della gara pubblica:

Attualmente gli enti pubblici, per stipulare contratti di qualsiasi tipo, in teoria devono ricorrere al meccanismo dell'evidenza pubblica. Il meccanismo dell'evidenza pubblica (sempre in teoria) garantisce che il contratto sia stipulato con imparzialità ed efficienza al miglior offerente.

Truccare una gara poi, anche se è una cosa che succede spesso, è comunque un reato.

Nel momento in cui le FFAA verranno privatizzate, invece, scomparirà gradualmente il meccanismo dell'asta pubblica e gli amministratori potranno fare quello che gli pare.

Ovviamente ciò non avverrà subito; inizialmente si dirà che, nonostante la veste di società per azioni, le FFAA sono comunque tenute a rispettare le leggi di diritto pubblico per i contratti; ma gradatamente si arriverà alla scomparsa del meccanismo.

- eliminazione del controllo della Corte di Conti:

Tutti gli enti pubblici passano attraverso il controllo della Corte dei Conti e devono inviare periodicamente i loro bilanci a questo organo.

Si tratta di un controllo imperfetto, blando, spesso viziato dalla corruzione dei giudici della Corte, ma comunque esiste. E in teoria, se i giudici venissero veramente scelti per merito, se veramente applicassero le leggi, garantirebbe la legalità nell'amministrazione.

Privatizzando le FFAA scomparirà gradatamente anche il controllo della Corte dei Conti.


Altri meccanismi negativi li ha sottolineati Fabio Piselli nel suo blog: gli amministratori, manco a dirlo, acquisteranno beni e servizi da aziende di proprietà di loro parenti; potranno decidere i settori e i reparti dove investire o disinvestire. Inoltre (cito testualmente dal blog di Fabio):

"il pericolo grande lo vivremo in Italia, ove avremo dei carabinieri sempre meno liberi, dei soldati sempre più presenti in strada, dei soggetti che se fino a ieri rispondevano allo Stato (noi) d'ora in poi risponderanno al consiglio d'amministrazione (loro) scelto tout court dal ministro stesso e dai suoi accoliti

non ho sindromi complottistiche, ma ho l'esperienza necessaria per dire che tutto questo non mi piace affatto, il nostro paese non è l'America, è troppo piccolo per consegnare il sistema Difesa in mano a dei privati privilegiati sui quali ignoriamo ogni cosa, se non che proverranno da ambienti destrorsi o paramilitari, oppure scopriremo che il mafioso affitta le microspie ai carabinieri, e questo è già avvenuto e fortunatamente scoperto, grazie anche ai consulenti privati

meditate gente meditate perchè a quanto pare dove non si riforma si privatizza.... "


Nei secoli passati il sovrano depredava al suddito quasi tutto. E i soldati erano al servizio del re per mantenere il potere costituito.

Oggi la situazione non è diversa. E' solo diventato più sofisticato il metodo per rubare; è cambiata la forma cioè, ma la sostanza è sempre la stessa.

Lo stato ruba e depreda il cittadino fino che può; e i soldati saranno in modo sempre più evidente al soldo dei potenti, anziché dei cittadini.

Per qualche decennio dopo il 1945 ci eravamo illusi di essere una democrazia e che il popolo contasse qualcosa, con i meravigliosi concetti dello stato sociale e della sovranità popolare.

Oggi l'illusione è finita.

La sostanza della legge che regola tutto il meccanismo delle privatizzazioni è questa, e non lascia dubbi: io sono lo Stato, e voi cittadini non siete un cazzo.


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sabato 12 dicembre 2009

EDITORIALE: Nuovo Corso

Ho pensato di ampliare la funzione di questo blog semi-inattivo (non perché "mi" manchino Truffatori...) nato con l'intenzione di pubblicare (almeno alcuni) nomi e cognomi delle persone che con delle loro azioni MIRATE, più o meno legali ma in ogni modo inattaccabili a termini di legge, mi hanno arrecato danni di ordine morale ed economico.
Questa volontà è nata dalla riflessione che oltre ai Truffatori che hanno interagito DIRETTAMENTE con me, ci sono ben altri Truffatori più difficilmente individuabili che possono trovar degna collocazione su questo blog e che mi hanno probabilmente arrecato danni non minori dei primi pur non avendo avuto a che fare direttamente con me: mi riferisco ai componenti dei poteri forti, di quelli che nell'ombra veramente decidono delle nostre vite senza alcuna possibilità da parte nostra di influenzare le loro scelte.

Ad esempio, alla luce delle verità che con gli anni sono venute a galla, potrei sospettare qualche responsabilità da ascrivere a Big Pharma sulla vicenda che nel lontano 1963 portò mia madre allora 33enne a contrarre la poliomielite che la invalidò per il resto della vita "nonostante" ella si fosse vaccinata per tempo in occasione della presunta pandemia in corso in quegli anni.
Sappiamo oggi infatti parecchie cose che mettono in discussione sia la validità del famoso Sabin sia quella di tanti altri vaccini messi a punto per prevenire altre malattie infettive.
E sappiamo anche che somministrando massicce dosi di Vitamina C endovena al primo insorgere della polio (ho scritto "massicce" ed "endovena", non parlo di miseri milligrammi per uso orale) è possibile limitare moltissimo o addirittura scongiurare del tutto i postumi invalidanti della malattia.
Ma nei primi degli anni '60 ci si era già dimenticati delle potenzialità dell'Acido Ascorbico, nutriente essenziale troppo pericoloso per gli interessi delle Case Farmaceutiche.

link di approfondimento sul tema:

http://www.mednat.org/vaccini/poliomielite.htm
http://www.cura-tu-cancer.net/vitamina-C.html (spagnolo)
http://scienzamarcia.blogspot.com/2008/03/nessun-dato-scientifico-sostegno-dei.html
http://www.orthomed.com/polio.htm (inglese)
ecc. ecc.

Sette anni dopo questa catastrofe che cambiò per sempre la vita di mia madre (e anche la mia) toccò a mio padre fare i conti con la presuntuosa ignoranza della Medicina Ufficiale: si ammalò di cancro e, da buon medico quale era, si affidò alla "cura" che la Medicina di allora riservava per una malattia ritenuta incurabile come il cancro: la morfina.
L'unica possibilità in questi casi infatti era quella di sopprimere la percezione del dolore, e con essa anche quella del mondo reale.
Nonostante fossi bambino, ricordo benissimo che in occasione di un consulto con un luminare suo amico si parlò del famoso "Siero di Bonifacio", messo a punto proprio in quegli anni dal famoso veterinario siciliano e somministrato con un successo medio di circa ill 70% nella vicinissima (12km) Agropoli a centinaia di malati di cancro, senza però prendere seriamente in considerazione la possibilità di avviare un protocollo terapeutico in tal senso: sarebbe stato contrario alla fede che nutrivano entrambi nelle proprie conoscenze.

...

Così, proprio ieri sera mi sono imbattuto in un articolo-appello di Paolo Barnard su ciò che è (realmente) il Potere e in esso mi è sembrato di ravvisare le stesse motivazioni - anche se enormemente più in grande - che mi hanno portato a buttar giù questo miserrimo blog; ve lo sottopongo, è molto importante per tutti noi aprire gli occhi su queste realtà guardando al di là delle questioni che a noi SEMBRANO decisive per la nostra vita:

%%%

Questo è il Potere

Paolo Barnard - http://www.paolobarnard.info


Eccovi i nomi e cognomi del Potere, chi sono, dove stanno, cosa fanno. Così li potrete riconoscere e saprete chi realmente oggi decide come viviamo. Così evitate di dedicare tutto il vostro tempo a contrastare le marionette del Potere, e mi riferisco a Berlusconi, Gelli, Napolitano, D’Alema, i ministri della Repubblica, la Casta e le mafie regionali. Così non avrete più quell’imbarazzo nelle discussioni, quando chi ascolta chiede “Sì, ma chi è il Sistema esattamente?”, e vi toccava di rispondere le vaghezze come “le multinazionali… l’Impero… i politici…”. Qui ci sono i nomi e i cognomi, quindi, dopo avervi raccontato dove nacque il Potere (‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info), ora l’attualità del Potere.

Tuttavia è necessaria una premessa assai breve. Il Potere è stato eccezionalmente abile in molti aspetti, uno di questi è stato il suo mascheramento. Il Potere doveva rimanere nell’ombra, perché alla luce del sole avrebbe avuto noie infinite da parte dei cittadini più attenti delle moderne democrazie. E così il Potere ci ha rifilato una falsa immagine di se stesso nei panni dei politici, dei governi, e dei loro scherani, così che la nostra attenzione fosse tutta catalizzata su quelli, mentre il vero Potere agiva sostanzialmente indisturbato. Generazioni di cittadini sono infatti cresciuti nella più totale convinzione che il potere stesse nelle auto blu che uscivano dai ministeri, nei parlamenti nazionali, nelle loro ramificazioni regionali, e nei loro affari e mal’affari. Purtroppo questa abitudine mentale è così radicata in milioni di persone che il solo dirvi il contrario è accolto da incredulità se non derisione. Ma è la verità, come andrò dimostrando di seguito. Letteralmente, ciò che tutti voi credete sia il potere non è altro che una serie di marionette cui il vero Potere lascia il cortiletto della politica con le relative tortine da spartire, a patto però che eseguano poi gli ordini ricevuti. Quegli ordini sono le vere decisioni importanti su come tutti noi dobbiamo vivere. E’ così da almeno 35 anni. In sostanza il punto è questo: combattere la serie C dei problemi democratici (tangentopoli, la partitocrazia, gli inciuci D’Alem-berlusconiani, i patti con le mafie, l’attacco ai giudici di questo o quel politico, le politiche locali dei pretoriani di questo o quel partito ecc.) è certamente cosa utile, non lo nego, ma non crediate che cambierà una sola virgola dei problemi capitali di tutti gli italiani, cioè dei vostri problemi di vita, perché la loro origine è decretata altrove e dal vero Potere. O si comprende questo operando un grande salto di consapevolezza, oppure siamo al muro.

Un colossale e onnicomprensivo ingranaggio invisibile manovra il sistema da lontano. Spesso cancella decisioni democratiche, prosciuga la sovranità degli Stati e si impone ai governi eletti”. Il Presidente brasiliano Lula al World Hunger Summit del 2004.


E’ nell’aria

Come ho detto, sarò specifico, ma si deve comprendere sopra ogni altra cosa che oggi il Potere è prima di tutto un’idea economica. Oggi il vero Potere sta nell’aria, letteralmente dovete immaginare che esiste un essere metafisico, quell’idea appunto, che ha avvolto il mondo e che dice questo:

Pochi prescelti devono ricevere il potere dai molti. I molti devono stare ai margini e attendere fiduciosi che il bene gli coli addosso dall’alto dei prescelti. I governi si levino di torno e lascino che ciò accada’.

Alcuni di voi l’avranno riconosciuta, è ancora la vecchia teoria dei Trickle Down Economics di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher, cioè il Neoliberismo, cioè la scuola di Chicago, ovvero il purismo del Libero Mercato. Questa idea economica comanda ogni atto del Potere, e di conseguenza la vostra vita, che significa che davvero sta sempre alla base delle azioni dei governi e dei legislatori, degli amministratori e dei datori di lavoro. Quindi essa comanda te, i luoghi in cui vivi, il tuo impiego, la tua salute, le tue finanze, proprio il tuo quotidiano ordinario, non cose astruse e lontane dal tuo vivere. La sua forza sta nel fatto di essere presente da 35 anni in ogni luogo del Potere esattamente come l’aria che esso respira nelle stanze dove esiste. La respirano, cercate di capire questo, gli uomini e le donne di potere, senza sosta, dal momento in cui mettono piede nell’università fino alla morte, poiché la ritrovano nei parlamenti, nei consigli di amministrazione, nelle banche, nelle amministrazioni, ai convegni dove costoro si conoscono e collaborano, ovunque, senza scampo. Ne sono conquistati, ipnotizzati, teleguidati. Il Potere ha creato attorno a quell’idea degli organi potentissimi, che ora vi descrivo, il cui compito è solo quello di metterla in pratica, null’altro. Essi sono quindi la parte fisica del Potere, ma che per comodità chiamiamo il vero Potere.


Primo organo: Il Club

Il primo organo del Potere è il Club, cioè il raggruppamento in posti precisi ed esclusivi dei veri potenti. Chi sono? Sono finanzieri, industriali, ministri, avvocati, intellettuali, militari, politici scelti con cura. Fate attenzione: questo Club non sta mai nei luoghi che noi crediamo siano i luoghi del potere, cioè nei parlamenti, nelle presidenze, nelle magistrature, nei ministeri o nei business. Esso è formato da uomini e da donne provenienti da quei luoghi, ma che si riuniscono sempre all’esterno di essi ed in privato. Come dire: quando quegli uomini e quelle donne siedono nelle istituzioni democratiche sono solo esecutori di atti (leggi, investimenti, tagli…) che erano stati da loro stessi decisi nel Club. Esso assume nomi diversi a seconda del luogo in cui si riunisce.

Ad esempio: prende il nome di Commissione Trilaterale se i suoi membri si riuniscono a Washington, a Tokio o a Parigi (ma talvolta in altre capitali UE). I fatti principali della Trilaterale: nasce nel 1973 come gruppo di potenti cittadini americani, europei e giapponesi; dopo soli due anni stila le regole per la distruzione globale delle sinistre e la morte delle democrazie partecipative, realmente avvenute; afferma la supremazia della guida delle elite sulle masse di cittadini che devono essere “apatici” e su altre nazioni; ha 390 membri, fra cui i più noti sono (passato e presente) Henry Kissinger, Jimmy Carter, David Rockefeller, Zbigniev Brzezinski, Giovanni Agnelli, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Peter Sutherland, Alfonso Cortina, Takeshi Watanabe , Ferdinando Salleo; assieme ad accademici (Harvard, Korea University Seoul, Nova University at Lisbon, Bocconi, Princeton University…), governatori di banche (Goldman Sachs, Banque Industrielle et Mobilière Privée, Japan Development Bank, Mediocredito Centrale, Bank of Tokyo-Mitsubishi, Chase Manhattan Bank, Barclays…) ambasciatori, petrolieri (Royal Dutch Shell, Exxon…), ministri, industriali (Solvay, Mitsubishi Corporation, The Coca Cola co. Texas Instruments, Hewlett-Packard, Caterpillar, Fiat, Dunlop…) fondazioni (Bill & Melinda Gates Foundation, The Brookings Institution, Carnegie Endowment…). Costoro deliberano ogni anno su temi come ‘il sistema monetario’, ‘il governo globale’, ‘dirigere il commercio internazionale’, ‘affrontare l’Iran’, ‘il petrolio’, ‘energia, sicurezza e clima’, ‘rafforzare le istituzioni globali’, ‘gestire il sistema internazionale in futuro’. Cioè tutto, e leggendo i rapporti che stilano si comprende come i loro indirizzi siano divenuti realtà nelle nostre politiche nazionali con una certezza sconcertante.

Quando il Club necessita di maggior riservatezza, si dà appuntamento in luoghi meno visibili dei palazzi delle grandi capitali, e in questo caso prende il nome di Gruppo Bilderberg, dal nome dell’hotel olandese che ne ospitò il primo meeting nel 1954. I fatti principali di questa organizzazione: si tratta in gran parte degli stessi personaggi di cui sopra più molti altri a rotazione, ma con una cruciale differenza poiché a questo Gruppo hanno accesso anche politici o monarchi attualmente in carica, mentre nella Commissione Trilaterale sono di regola ex. Parliamo in ogni caso sempre della stessa stirpe, al punto che fu una costola del Bilderberg a fondare nel 1973 la Commissione Trilaterale. Il Gruppo è però assai più ‘carbonaro’ della Trilaterale, e questo perché la sua originaria specializzazione erano gli affari militari e strategici. Infatti, in esso sono militati diversi segretari generali della NATO e non si prodiga facilmente nel lavoro di lobbistica come invece fa la Commissione. La peculiarità dirompente del Bilderberg è che al suo interno i potenti possono, come dire, levarsi le divise ed essere in libertà, cioè dichiarare ciò che veramente pensano o vorrebbero privi del tutto degli obblighi istituzionali e di ruolo. Precisamente in questo sta il pericolo di ciò che viene discusso nel Gruppo, poiché in esso i desideri più intimi del Potere non trovano neppure quello straccio di freno che l’istituzionalità impone. Da qui la tradizione di mantenere attorno al Bilderberg un alone di segretezza assoluto. I partecipanti sono i soliti noti, fra cui una schiera di italiani in posizioni chiave nell’economia nazionale, cultura e politica. Non li elenco perché non esistendo liste ufficiali si va incontro solo a una ridda di smentite (una lista si trova comunque su Wikipedia). Un fatto non smentibile invece, e assai rilevante, è la cristallina dichiarazione del Viscount Etienne Davignon, che nel 2005 fu presidente del Bilderberg, rilasciata alla BBC:

Agli incontri annuali, abbiamo automaticamente attorno ai nostri tavoli gli internazionalisti… coloro che sostengono l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la cooperazione transatlantica e l’integrazione europea.”

Cioè: i primatisti del Libero Mercato con potere sovranazionale ( si veda sotto), e i padrini del Trattato di Lisbona, cioè il colpo di Stato europeo con potere sovranazionale che ci ha trasformati in cittadini che verranno governati da burocrati non eletti. Di nuovo, i soliti padroni della nostra vita, che significa decisioni inappellabili su lavoro, previdenza, servizi sociali, tassi dei mutui, costo della vita ecc., prese non a Palazzo Chigi o all’Eliseo, ma a Ginevra o a Brussell o nelle banche centrali, dopo essere state discusse al Bilderberg.
Per darvi un’idea concreta di come questi Club e gli altri organi del Potere siano in realtà un unico blocco che si scambia sempre gli stessi personaggi, vi sottopongo la figura di Peter Sutherland. Costui lo si è trovato a dirigere la British Petroleum , la super banca Goldman Sachs, l’università The London School of Economics (una delle fucine mondiali di ministri dell’economia), ed è stato anche Rappresentante Speciale dell’ONU per l’immigrazione e lo sviluppo, Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (secondo organo del Potere), membro della Commissione Europea (il super-governo d’Europa), e ministro della Giustizia d’Irlanda. E, ovviamente, membro sia della Commissione Trilaterale che del Gruppo Bilderberg.


Secondo organo: Il colosso di Ginevra

Si chiama Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), nacque nel 1994 ed è più potente di qualsiasi nazione o parlamento. Riunisce 153 Paesi in un’unica sede a Ginevra, dove essi dettano le regole del commercio internazionale, e ciò dicendo capirete che stiamo parlando di praticamente tutta l’economia del mondo produttivo, che lì viene decisa. Cioè fette enormi dei nostri posti di lavoro, di ciò che compriamo, mangiamo, con cui ci curiamo ecc., cose della nostra vita quotidiana, non astratte e lontane. Le decidono loro, e come nel caso della nuova Europa del Trattato di Lisbona, anche al WTO le regole emanate, dette Accordi, sono sovranazionali, cioè più potenti delle leggi nazionali. E come nel caso del Trattato, diviene perciò cruciale che regole così forti siano decise in modo democratico. Nel Trattato non lo sono, e al WTO? Neppure. Infatti la sua organizzazione di voto è falsata dallo strapotere dei soliti Paesi ricchi nel seguente modo: i Paesi poveri o meno sviluppati non posseggono le risorse economiche e il personale qualificato in numeri sufficienti per poter seguire il colossale lavoro di stesura degli Accordi del WTO (27.000 pagine di complicatissima legalità internazionale, 2.000 incontri annui), per cui ne sono tagliati fuori. Chi sta al timone è il cosiddetto gruppo QUAD, formato da Usa, Giappone, Canada ed Europa. Ma l'Europa intera è rappresentata al tavolo delle trattative del WTO dalla Commissione Europea, che nessun cittadino elegge, e per essere ancora più precisi vi dico che in realtà chi decide per tutti noi europei è un numero ancora più ristretto di burocrati: il misterioso Comitato 133 della Commissione, formato da specialisti ancor meno legittimati. La politica italiana di norma firma gli Accordi senza neppure leggerli.
Se un Paese si oppone a una regola del WTO può essere processato da un tribunale al suo interno (Dispute Settlement Body), dotato di poteri enormi. Questo tribunale è formato da tre (sic) individui di estrazione economico-finanziaria, le cui sentenze finali sono inappellabili. Una sentenza del WTO può penalizzare o persino ribaltare le scelte democratiche di milioni di cittadini, anche nei Paesi ricchi. Per esempio, tutta l’Europa è stata condannata a risarcire gli USA con milioni di euro perché si è rifiutata di importare la carne americana agli ormoni. Neppure gli Stati Uniti hanno potere sulle decisioni del WTO. Il presidente Obama, sotto pressione dai cittadini a causa della catastrofe finanziaria dello scorso anno, aveva deciso di imporre nuove regole restrittive delle speculazioni selvagge delle banche (la causa della crisi). Ma gli è stato sbarrato il passo proprio da una regola del WTO, che si chiama Accordo sui Servizi Finanziari, e che sancisce l’esatto contrario, cioè proibisce alla Casa Bianca e al Congresso di regolamentare quelle mega banche. E sapete chi, anni fa, negoziò quell’accordo al WTO? Timothy Geithner, attuale ministro del Tesoro USA, che è uno dei membri del Gruppo Bilderberg. Fa riflettere.


Vi do ancora un’idea rapida del potere del WTO. Gli Accordi che ha partorito:


1) hanno il potere di esautorare le politiche sanitarie di qualunque Paese, incrinando il vecchio Principio di Precauzione che ci tutela dallo scambio di merci pericolose (WTO: Accordo Sanitario- Fitosanitario).


2) tolgono al cittadino la libertà di sapere in quali condizioni sono fatte le merci che acquista e con che criteri sono fatte, inoltre ostacolano l’uso delle etichette a tutela del consumatore (WTO: Accordo Sanitario-Fitosanitario & Accordo Barriere Tecniche al Commercio, con implicazioni sui diritti dei lavoratori e sulla tutela dell'ambiente).


3) impongono ai politici di concedere alle multinazionali estere le stesse condizioni richieste alle aziende nazionali nelle gare d’appalto, a prescindere dalla necessità di favorire l’occupazione nazionale; e minacciano le scelte degli amministratori locali nel caso volessero facilitare l'inserimento di gruppi di lavoratori svantaggiati, poiché tali politiche sono considerate discriminazioni al Libero Mercato (WTO: Accordo Governativo sugli Appalti - Principio del Trattamento Nazionale ecc.).


4) accentrano nelle mani di poche multinazionali i brevetti della maggioranza dei principi attivi e delle piante che si usano per i farmaci o per l'agricoltura, poiché permettono la brevettabilità privata delle forme viventi e tutelano quei brevetti per 20 anni. Inoltre, il fatto che i brevetti siano protetti dal WTO per 20 anni sta alla base anche della mancanza di farmaci salva vita nei Paesi poveri. (WTO: Accordo TRIPS sulla Proprietà Intellettuale).


5) stanno promuovendo a tutto spiano la privatizzazione e l’apertura al Libero Mercato estero di praticamente tutti i servizi alla cittadinanza, anche di quelli essenziali come sanità, acqua, istruzione, assistenza agli anziani ecc., con regole che impediranno di fatto agli amministratori locali la tutela dei cittadini meno abbienti che non possono permettersi servizi privati (WTO: Accordo GATS in fase di negoziazione). E ricordo, se ce ne fosse bisogno, che questi Accordi sono vincolanti su qualsiasi legge nazionale, esautorando quindi i nostri politici dalla gestione della nostra economia nei capitoli che contano.


Terzo organo: I suggeritori.

Prendete un disegno di legge e un decreto in campo economico, persino una finanziaria. Pensateli nelle mani dei politici che li attuano, e ora immaginate cosa gli sta dietro. Cosa? I ‘suggeritori’. Chi sono? Sono i lobbisti, coloro cioè che sono ricevuti in privato da ogni politico che conti al mondo e che gli ‘suggeriscono’ (spesso dettano) i contenuti delle leggi e dei decreti, ma anche delle linee guida di governo e persino dei programmi delle coalizioni elettorali. Le lobby non sono l’invenzione di fantasiosi perditempo della Rete. Sono istituzioni con nomi e cognomi, con uffici, con budget (colossali) di spesa, dove lavorano i migliori cervelli delle pubbliche relazioni in rappresentanza del vero Potere. In ordine di potenza di fuoco, vi sono ovviamente le lobbies internazionali, quelle europee e infine quelle italiane. Parto da queste ultime.

Va detto subito che nel nostro Paese l’interferenza dei ‘suggeritori’ non ha mai raggiunto i livelli di strapotere degli omologhi americani o europei, il cui operato tuttavia detta legge per contagio anche in casa nostra. Ma nondimeno essa c’è, e non va trascurata, anche perché in Italia esiste un vuoto normativo totale sull’attività delle lobbies: dopo decine di proposte di legge, nessuna di esse è mai approdata alla Gazzetta Ufficiale. I lobbisti italiani sono circa un migliaio, organizzati in diverse aziende fra cui spunta la Reti , fatturato 6 milioni di euro annui e gestione di un ex d’Alemiano di ferro, Claudio Velardi (altri gruppi: Cattaneo Zanetto & co., VM Relazioni Istituzionali, Burson-Marsteller, Beretta-Di Lorenzo & partners…). La proiezione per il futuro dei ‘suggeritori’ italiani è di almeno diecimila unità entro dieci anni, almeno secondo le richieste dei gruppi più noti. In assenza di regole, dunque, le cose funzionano così: si sfrutta la legge berlusconiana per il finanziamento ai partiti che permette finanziamenti occulti alle formazioni politiche fino a 50.000 euro per ciascun donatore, con la possibilità per la lobby di turno di far versare 49.999 euro dal banchiere A, altri 49.999 da sua moglie, altri 49.999 da suo figlio, ecc. all’infinito. In questo modo, con una stima basata sui bilanci passati, si calcola che il denaro sommerso versato alla politica italiana ammonti a diverse decine di milioni di euro all’anno, provenienti dai settori edile, autostradale, metallurgico, sanitario privato, bancario, televisivo, immobiliare fra gli altri. Le ricadute sui cittadini sono poi leggi e regolamenti che vanno a modificare spesso in peggio la nostra economia di vita e di lavoro. Un solo dato che fa riflettere: mentre appare ovvio che le grosse cifre siano spese per i ‘suggerimenti’ ai due maggiori partiti italiani, colpisce che l’UDC si sia intascata in offerte esterne qualcosa come 2.200.000 euro nel 2008, di cui l’80% da un singolo lobbista (l’immobiliarista Caltagirone).

Chi di voi pensa ancora che il Potere siano i politici a Roma, pensi alla libertà di Pierferdinando Casini nel legiferare in campo immobiliare, tanto per fare un esempio. Ma non solo: Antonio di Pietro incassa 50.000 euro dalla famiglia Lagostena Bassi, che controlla il mercato delle Tv locali ma che contemporaneamente serve Silvio Berlusconi e foraggia la Lega Nord. Un obolo a fondo perduto? Improbabile. Il Cavaliere poi, non ne parliamo neppure; è fatto noto che il criticatissimo ponte sullo stretto di Messina, con le ricadute che avrà su tutti gli italiani, non è certo figlio delle idee di Berlusconi, piuttosto di tal Marcellino Gavio, titolare del gruppo omonimo e primo in lizza per l’impresa, ma anche primo come finanziamenti al PDL con i 650.000 euro versati l’anno scorso.

I ‘suggeritori’ americani… che dire. Negli USA l’industria delle lobby economiche non è più neppure riconoscibile dal potere politico, veramente non si capisce dove finiscano le prime e dove inizi il secondo. Troppo da raccontare, una storia immensa, che posso però riassumere con alcuni sketch. Lobby del petrolio e amministrazione di George W. Bush, risultato: due guerre illegali e sanguinarie (Iraq e Afghanistan), montagne di morti (oltre 2 milioni), crimini di guerra, l’intera comunità internazionale in pericolo, il prezzo del petrolio alle stelle, di conseguenza il costo della nostra vita alle stelle, ma alle stelle anche i profitti dei petrolieri. Chi ha deciso? Risposta:

i membri della sopraccitata lobby del petrolio, che sono Dick Cheney, James Baker III, l’ex della Enron Kenneth Lay, il presidente del Carlyle Group Frank Carlucci, Robert Zoellick, Thomas White, George Schultz, Jack Sheehan, Don Evans, Paul O’Neil; a servizio di Shell, Mobil, Union Carbide, Huntsman, Amoco, Exxon, Alcoa, Conoco, Carlyle, Halliburton, Kellog Brown & Root, Bechtel, e Enron.


George W. Bush è il politico più ‘oliato’ nella Storia americana, con, solo dalle casse dei giganti di petrolio e gas, un bottino di oltre 1 milione e settecentomila dollari. Lobby finanziaria/assicurativa e Barak Obama: nel 2008 crollano le banche USA dopo aver truffato milioni di esseri umani e migliaia di altre banche internazionali, 7 milioni di famiglie americane perdono il lavoro, l’intera economia mondiale va a picco, Italia inclusa. Obama firma un’emorragia di denaro pubblico dopo l’altra per salvare il deretano dei banchieri truffatori e per rianimare l’economia (dai 5 mila miliardi di dollari agli 11 mila secondo le stime), senza che neppure uno di quei gaglioffi finisca in galera. Anzi: il suo governo ha chiamato a ripulire i disastri di questa crisi globale gli stessi personaggi che l’hanno creata. Invece di farli fallire e di impiegare il denaro pubblico per la gente in difficoltà, Obama e il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner gli hanno offerto una montagna di denaro facile affinché comprino i debiti delle banche fallite. Funziona così: questi delinquenti hanno ricevuto da Washington l’85% del denaro necessario per comprare quei debiti, mentre loro ne metteranno solo il 15%. Se le cose gli andranno bene, se cioè ritorneranno a guadagnare, si intascheranno tutti i profitti; se invece andranno male, essi ci rimetteranno solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo USA e non è da restituire (i fondi così regalati si chiamano non-recourse loans).

E’ il solito “socialismo al limone: le perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori privati”.

Non solo: il presidente propone nell’estate del 2009 una regolamentazione del settore finanziario che il Washington Post ha deriso definendola “Priva di un’analisi delle cause della crisi… e senza alcun vero controllo sugli hedge funds, gli equity funds, e gli investitori strutturati”, cioè nessun vero limite agli speculatori che causarono la catastrofe. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby finanziarie? Risposta: 38 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?


Poi ci sono i 45 milioni di americani senza assistenza sanitaria. Obama propone una falsa riforma della Sanità per tutelare gli esclusi, ma che, nonostante le sciocchezze scritte dai media italiani, non ha nulla di pubblico ed è un ulteriore regalo ai giganti delle assicurazioni private americane. Domanda: quanto denaro ha preso Obama in campagna elettorale dalle lobby assicurative e sanitarie? Risposta: oltre 20 milioni di dollari. Allora, chi comanda? Il Presidente o le lobby del Potere?


Washington è invasa ogni santo giorno da qualcosa come 16.000 o 40.000 lobbisti a seconda che siano registrati o meno, la cui percezione del potere che esercitano è cristallina al punto da spingere uno di loro, Robert L. Livingston, a sbottare entusiasta “Ci sono affari senza limiti per noi là fuori!”, mentre dalle finestre del suo ufficio spiava le sedi del Congresso USA.
Ma l’ultimo sketch del potere dei ‘suggeritori’, sempre in ambito americano, è quello delle lobby ebraiche. Qui il dibattito è aperto, fra coloro che sostengono che sono quelle lobby a gestire interamente la politica statunitense nel teatro mediorientale, e coloro che lo negano. Personalmente credo più alla prima ipotesi, ma la sostanza non cambia: di fatto ci troviamo ancora una volta di fronte alla dimostrazione che neppure il governo più potente del mondo può sottrarsi ai condizionamenti del Potere vero. Ecco un paio di illustri esempi: nella primavera del 2002, proprio mentre l’esercito israeliano reinvadeva i Territori Occupati con i consueti massacri indiscriminati di civili, un gruppo di eminenti sostenitori americani d’Israele teneva una conferenza a Washington, dove a rappresentare l’amministrazione di George W. Bush fu invitato l’allora vice ministro della difesa Paul Wolfowitz, noto neoconservatore di estrema destra e aperto sostenitore della nazione ebraica. Lo scomparso Edward Said, professore di Inglese e di Letteratura Comparata alla Columbia University di New York e uno degli intellettuali americani più rispettati del ventesimo secolo, ha raccontato un particolare di quell’evento con le seguenti parole:

Wolfowitz fece quello che tutti gli altri avevano fatto – esaltò Israele e gli offrì il suo totale e incondizionato appoggio – ma inaspettatamente durante la sua relazione fece un fugace riferimento alla ‘sofferenza dei palestinesi’. A causa di quella frase fu fischiato così ferocemente e per così a lungo che non potè terminare il suo discorso, abbandonando il podio nella vergogna.

Stiamo parlando di uno dei politici più potenti del terzo millennio, di un uomo con un accesso diretto alla Casa Bianca e che molti accreditano come l’eminenza grigia dietro ogni atto dello stesso ex presidente degli Stati Uniti. Eppure gli bastò sgarrare di tre sole parole nel suo asservimento allo Stato d’Israele per essere umiliato in pubblico e senza timori da chi, evidentemente, conta più di lui nell’America di oggi. Le lobby ebraiche d’America hanno nomi noti: AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), ZOA (Zionist Organization of America), AFSI (Americans for a Safe Israel), CPMAJO (Conference of Presidents of Major American Jewish Organisatios), INEP (Institute for Near East Policy), JDL (Jewish Defense League), B’nai Brith, ADL (Anti Defamation League), AJC (American Jewish Committee), Haddasah. Nei corridoi del Congresso americano possono creare seri grattacapi a Senatori e Deputati indistintamente. Un fronte compatto che secondo lo stesso Edward Said “può distruggere una carriera politica staccando un assegno”, in riferimento alle generose donazioni che quei gruppi elargiscono ai due maggiori partiti d’oltreoceano.

Nel 1992 George Bush senior ebbe l’ardire (e la sconsideratezza) a pochi mesi da una sua possibile rielezione alla Casa Bianca di minacciare Tel Aviv con il blocco di dieci miliardi di dollari in aiuti se non avesse messo un freno agli insediamenti ebraici nei Territori Occupati. Passo falso: gli elettori ebrei americani, che già per tradizione sono propensi al voto Democratico, svanirono davanti ai suoi occhi in seguito alle sollecitazioni delle lobby, e nel conto finale dei voti Bush si trovò con un misero 12% dell’elettorato ebraico contro il 35% che aveva incassato nel 1988.

Al contrario, la campagna elettorale del suo rivale Bill Clinton fu invece innaffiata dai lauti finanziamenti proprio di quelle organizzazioni di sostenitori d’Israele, che l’allora presidente aveva in tal modo alienato. E in ultimo l’Europa, cioè l’Unione Europea. Che alla fine significa Brussell, cioè la Commissione Europea , che è il vero centro decisionale del continente, e che dopo la ratifica del Trattato di Lisbona è divenuta il super governo non eletto di tutti noi, con poteri immensi. A Brussell brulicano dai 15.000 ai 20.000 lobbisti, che spendono un miliardo di euro all’anno per ‘suggerire’ le politiche e le leggi a chi le deve formulare. E come sempre, eccovi i nomi dei maggiori gruppi:

Trans Atlantic Business Dialogue (TABD) - European Services Leaders Group (ESLG) – International Chamber of Commerce (ICC) – Investment Network (IN) – European Roundtable of Industrialists (ERT) – Liberalization of Trade in Servicies (LOTIS), European Banking Federation, International Capital Market Association e altri. Il loro strapotere può essere reso dicendovi che per esempio l’Investment Network si riuniva direttamente dentro il palazzo della Commissione Europea a Bruxelles, o che il TABD compilava liste di suoi desideri che consegnava alla Commissione da cui poi pretendeva un resoconto scritto sull’obbedienza a quegli ordini.

Le aziende rappresentate sono migliaia, fra cui cito una serie di nomi noti: Fiat e Pirelli, Barilla, Canon e Kodak, Johnson & Johnson, Motorola, Ericsson e Nokia, Time Warner, Rank Xerox e Microsoft, Boeing (che fa anche armi), Dow Chemicals, Danone, Candy, Shell, Microsoft, Hewlett Packard, IBM, Carlsberg, Glaxo, Bayer, Hoffman La Roche , Pfizer, Merck, e poi banche, assicurazioni, investitori…
Mi fermo. Il rischio nel continuare è che si perda di vista il punto capitale, ovvero l’assedio che i lobbisti pongono alla politica. Esso, oltre a dimostrare ancora una volta che il potere reale sta nei primi e non nella seconda, è un vero e proprio attentato alla democrazia. Poiché ha ormai snaturato del tutto il principio costituzionale di ogni nazione civile, secondo cui i rappresentanti eletti devono fare gli interessi delle maggioranze dei cittadini e tutelare le minoranze, non essere gli stuoini delle elite e dei loro ‘suggeritori’.


Quarto organo: Think Tanks

Letteralmente “serbatoi di pensiero” nella traduzione in italiano, le Think Tanks sono esattamente ciò, ovvero fondazioni dove alcuni fra i migliori cervelli si trovano per partorire idee. Il loro potere sta nell’assunto che apre questa mia trattazione, e cioè che sono le idee a dominare sia la Storia che la politica, e di conseguenza la nostra vita, in particolare l’idea economica. Lewis Powell lo comprese assai bene nel 1971, quando diede il via alla riscossa delle elite e alla fine della democrazia partecipativa dei cittadini (si legga ‘Ecco come morimmo’, paolobarnard.info). Infatti egli scrisse:

C’è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale”.

La parola ‘ideologica’ è la chiave di lettura qui, volendo dire che se le destre economiche ambivano a riconquistare il mondo, se ambivano a sottomettere la politica, cioè a divenire il vero Potere, si dovevano armare di idee in grado di scalzare ogni altro sistema di vita. Ecco che dalle sue parole nacquero le prime Think Tanks, come la Heritage Foundation , il Manhattan Institute, il Cato Institute, o Accuracy in Academe. La loro strategia era semplice: raccogliere denaro da donatori facoltosi, raccattare nelle università i cervelli più brillanti, pomparli di sapere a senso unico, di attestati prestigiosi, e immetterli nel sistema di comando della società infiltrandolo tutto. Per darvi un’idea di che razza di impatto queste Think Tanks sono riuscite ad avere, cito alcuni fatti. Nel solo campo del Libero Mercato, cioè dell’idea economica del vero Potere, ve ne sono oggi 336, piazzate oltre che nei Paesi ricchi anche in nazioni strategiche come l’Argentina e il Brasile, l’Est Europa, l’Africa, l’India, la Cina , le ex repubbliche sovietiche dell’Asia, oltre che in Italia (Adam Smith Soc., CMSS, ICER, Ist. Bruno Leoni, Acton Ist.). Alcune hanno nomi sfacciati, come la Minimal Government , la The Boss , o la Philanthropy Roundtable ; una delle più note e aggressive è l’Adam Smith Institute di Londra, che ostenta un’arroganza di potere tale da vantare come proprio motto questo: “Solo ieri le nostre idee erano considerate sulla soglia della follia. Oggi stanno sulle soglie dei Parlamenti”. Di nuovo, il fatto è sempre lo stesso: la politica è la marionetta, o, al meglio, è il braccio esecutivo del vero Potere. Infatti, l’osservatore attento avrà notato che assai spesso i nostri ministri economici, i nostri banchieri centrali, ma anche presidenti del consiglio (Draghi e Prodi su tutti) si trovano a cene o convegni presso queste fondazioni/Think Tanks, di cui in qualche raro caso i Tg locali danno notizia. In apparenza cerimonie paludate e noiose, in realtà ciò che vi accade è che ministri, banchieri e premier vi si recano per dar conto di ciò che hanno fatto per compiacere all’idea economica del vero Potere.

Nel 1982, l’Adam Smith pubblicò il notorio Omega Project, uno studio che ebbe ripercussioni enormi sulla gestione delle nostre vite di lavoratori ordinari, e dove si leggeva che i suoi scopi erano di “fornire un percorso completo per ogni governo basato sui principi di Libero Mercato, minime tasse, minime regolamentazioni per il business e governi più marginali (sic)”. In altre parole tutto ciò che ha già divorato la vita pubblica in Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e che sta oggi “sulla soglia del Parlamento” in Italia.


Quinto organo: l’Europa dei burocrati non eletti

Non mi ripeto, poiché questo capitolo è già esaustivamente descritto qui.

Ma ribadisco il punto centrale: dopo la ratifica del “colpo di Stato in Europa” che prende il nome di Trattato di Lisbona, 500 milioni di europei saranno a breve governati da elite di burocrati non eletti secondo principi economici, politici e sociali interamente schierati dalla parte del vero Potere di cui si sta trattando qui, e che nessuno di noi ha potuto scegliere né discutere. Il governo italiano ha ratificato questo obbrobrio giuridico senza fiatare, obbedendo come sempre.


Sesto Organo: il Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali

Era il 16 Settembre del 1992, un mercoledì. Quel giorno un singolo individuo decise di spezzare la schiena alla Gran Bretagna. Si badi bene, non al Burkina Faso, alla Gran Bretagna. E lo fece. George Soros, un investitore e speculatore internazionale, vendette di colpo qualcosa come 10 miliardi di sterline, causando il collasso del valore della moneta inglese che fu così espulsa dal Sistema Monetario Europeo. Soros si intascò oltre 1 miliardo di dollari, ma milioni di inglesi piansero lacrime amare e il governo di Londra ne fu umiliato.

Era l’agosto del 1998, e nel caldo torrido di New York un singolo individuo contemplò il crollo dei mercati mondiali per causa sua. John Meriwether, un investitore e speculatore internazionale, aveva giocato sporco per anni e irretito praticamente tutte le maggiori banche del mondo con 4,6 miliardi di dollari ad alto rischio. La sua compagnia, Long-Term Capital Management, era nota a Wall Street perché i suoi manager si fregiavano del titolo di ‘I padroni dell’universo’, cioè pochi individui ubriachi del proprio potere. Meriwether perse tutto, e i mercati del mondo, che alla fine sono i nostri posti di lavoro, tremarono. La Federal Reserve di New York dovette intervenire in emergenza col solito salvataggio a spese dei contribuenti.
Era l’anno scorso, e in un ufficio londinese dell’assicurazione americana AIG, un singolo individuo, di nuovo un investitore e speculatore internazionale di nome Joseph Cassano, dovette prender su la cornetta del telefono e dire alla Casa Bianca “… ho mandato al diavolo la vostra economia, sorry”. E lo aveva veramente fatto. Questa volta la truffa dei suoi investimenti era di 500 miliardi di dollari, le solite banche internazionali (italiane incluse) vi erano dentro fino al collo con cifre da migliaia di miliardi di dollari a rischio. Panico mondiale, fine del credito al mondo del lavoro di quasi tutto il pianeta e, sul piatto di noi cittadini, ecco servita la crisi economica più pericolosa dal 1929 a oggi. Ovvero le solite lacrime amare, veramente amare, per le famiglie di Toronto come per quelle di Perugia, per quelle di Cincinnati come per quelle di Lione, a Vercelli come a Madrid ecc. Per non parlare degli ultimi della Terra…

Tre storie terribilmente vere, che descrivono chiaro, anzi, chiarissimo, cosa si intende per il ‘Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali’, e quale sia il loro sterminato potere nel mondo di oggi. Altro che Tremonti o Confindustria. Nel mondo odierno esiste una comunità di singoli individui privati capaci di movimentare quantità di ricchezze talmente colossali da scardinare in poche ore l’economia di un Paese ricco, o le economie di centinaia di milioni di lavoratori che per esse hanno faticato un’intera vita, cioè famiglie sul lastrico, aziende che chiudono. Le loro decisioni sono come sentenze planetarie. Inappellabili. Si pensi, se è possibile pensare un’enormità simile, che costoro stanno facendo oscillare sul Pianeta qualcosa come 525 mila miliardi di dollari in soli prodotti finanziari ‘derivati’, cioè denaro ad altissimo rischio di bancarotta improvvisa. 525 mila miliardi… Vi offro un termine di paragone per capire: il Prodotto Interno Lordo degli USA è di 14 mila miliardi di dollari. Rende l’idea? L’Italia dipende come qualsiasi altra nazione dagli investitori esteri, per cifre che si aggirano sui 40 miliardi di euro all’anno, cioè più di due finanziarie dello Stato messe assieme.

Immaginate se una cifra simile dovesse sparire dalla nostra economia oggi. Nel 2008 è quasi successo, infatti ne sono scomparsi di colpo più della metà (57%) col risultato in termini di perdita di posti di lavoro, precarizzazione, e relativo effetto domino sull’economia di cui ci parla la cronaca. Ripeto: qualcuno che non sta a palazzo Chigi, decide che all’Italia va sottratto il valore di oltre un’intera finanziaria. Così, da un anno all’altro, una cifra pari a tutto quello che lo Stato riesce a spendere per i cittadini gli viene sottratta dal ‘Tribunale degli Investitori e degli Speculatori Internazionali’, a capriccio.

Questa tirannia del vero Potere prende il nome tecnico di Capital Flight (letteralmente capitali che prendono il volo), ed è interessante constatare il candore con cui il ‘Tribunale’ descrive la pratica: basta leggere Investors.com là dove dice che “Capital Flight è lo spostamento di denaro in cerca di maggiori profitti… cioè flussi enormi di capitali in uscita da un Paese… spesso così enormi da incidere su tutto il sistema finanziario di una nazione”. Peccato che di mezzo ci siano i soliti ingombranti esseri umani a milioni. Oltre al caso italiano, si pensi alla Francia, altro Stato ricco e potente, ma non a sufficienza per sfuggire alle sentenze del ‘Tribunale’, che ha punito l’Eliseo con una fuga di capitali pari a 125 miliardi di dollari per aver legiferato una singola tassa sgradita al business.


Conclusione

Gli organi esecutivi del vero Potere non si limitano a questi sei, vi si potrebbe aggiungere il World Economic Forum, il Codex Alimentarius, l’FMI, il sistema delle Banche Centrali, le multinazionali del farmaco. Ma quelli menzionati sono gli essenziali da conoscere, i primari. Un’ultima brevissima nota va dedicata alle mafie regionali, che sono spesso erroneamente annoverate fra i poteri forti (e non posso purtroppo entrare qui nel perché siano un così caratteristico fenomeno italiano). La lotta ad esse è sacrosanta, ma il potere che gli verrebbe sottratto da una eventuale vittoria della società civile è prima nulla a confronto di quanto illustrato sopra, e in secondo luogo è comunque un potere concessogli da altri. Traffico di droga, prostituzione, traffico d’armi, e riciclaggio di rifiuti tossici sono servizi che le mafie praticano per conto di committenti sempre riconducibili al vero Potere, o perché da esso condizionati oppure perché suoi ingranaggi importanti. Serva qui quanto mostrato nel 1994 dal programma d’inchiesta ‘Panorama’ della BBC, dove un insider della criminalità organizzata britannica si rese disponibile a condurre il reporter nel cuore della “mafia più potente del mondo”, a Londra. L’auto su cui viaggiavano con telecamera nascosta si fermò a destinazione… nel centro della City finanziaria della capitale. Indicando dal finestrino i grattacieli dei giganti del business internazionale, il pentito disse: “Eccoli, stanno tutti lì”. (si pensi che il giro d’affari mondiale delle Cosche è stimato sugli 80 miliardi di dollari, che sono un terzo del giro d’affari di una singola multinazionale del farmaco come la Pfizer )

Se queste mie righe sono state efficaci, a questo punto i lettori dovrebbero volgere lo sguardo a quegli ometti in doppiopetto blu che ballonzolano le sera nei nostri Tg con il prefisso On., o il suffisso PDL, PD, UDC, e dovrebbero averne, non dico pietà, ma almeno vederli per quello che sono: le marionette di un altro Potere. Ma soprattutto, i lettori dovrebbero finalmente poter connettere i punti del puzzle, e aver capito da dove vengono in realtà i problemi capitali della nostra vita di cittadini, o addirittura i drammi quotidiani che tante famiglie di lavoratori patiscono, cioè chi li decise, chi li decide oggi e come si chiamano costoro. Da qui una semplice considerazione: se vi sta a cuore la democrazia, la giustizia sociale, e la vostra economia quotidiana di lavoro e di servizi essenziali alla persona, allora dovete colpire chi veramente opera per sottrarceli, cioè il vero Potere. Ci si organizzi per svelarlo al grande pubblico e per finalmente bloccarlo. Ora lo conoscete, e soprattutto ora sapete che razza di macchina micidiale, immensa e possente esso è. Risulta ovvio da ciò che gli attuali metodi di lotta dei Movimenti sono pietosamente inadeguati, infantili chimere, fuochi di paglia, che mai un singolo attimo hanno impensierito quel vero Potere. Di conseguenza lancio un appello ancora una volta:

VA COMPRESO CHE PER ARGINARE UN TITANO DI QUELLA POSTA L’UNICA SPERANZA E’ OPPORGLI UN’ORGANIZZAZIONE DI ATTIVISTI E DI COMUNICATORI ECCEZIONALMENTE COMPATTA, FINANZIATA, FERRATA, DISCIPLINATA, SU TUTTO IL TERRITORIO, AL LAVORO SEMPRE, IMPLACABILE, NEI LUOGHI DELLA GENTE COMUNE, PER ANNI.


(http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=153)
Altra speranza non c’è, sempre che ancora esista una speranza.


Le fonti principali di questo articolo:

Trilateralism, Holly Skalar, South End Press, 1980.
Who pulls the strings? John Ronson, The Guardian, 10 marzo 2001
Inside the secretive Bilderberg Group, BBC News, 29 settembre 2005,
Shadowy Bilderberg group meet in Greece — and here’s their address, Timesonline, 14 maggio 2009
The Council on Foreign Relations and the Center for Preventive Action, Michael Baker, 6 marzo 2008, Znet
WTO, materiale tratto da: l’inchiesta I Globalizzatori, Report RAI 3, 09/06/2000, di Paolo Barnard,
www.report.rai.it – Public Citizen: Trade Watch, USA – The Transnational Institute, Amsterdam, Olanda – The World Trade Organization: The Marrakech Treaty – Corporate Europe Observatory, Amsterdam, Olanda – The Economic Policy Institute, Washington DC, USA – Friends of the Earth, Bruxelles, Belgio – Corporate Watch, USA – Oxfam UK – Global Policy Forum Europe, Bonn, Germania – Institute for Policy Studies USA– et al., e da studi di autori fra cui: Joseph Stiglitz, Jeff Faux, Noam Chomsky, Greg Palast, Susan George, Richard W. Behan, Alexandra Wandel, Peter Rosset, Dean Baker, Barry Coates et al.
Master in Public Affairs, Lobbying e Relazioni Istituzionali, presso l'università LUMSA di Roma, testi del prof. Franco Spicciariello.
Gianni Del Vecchio e Stefano Pitrelli, Il Tesoro della Casta, L'Espresso 16/03/09
Roberto Mania, Il Potere Opaco che Governa l’Italia, La Repubblica 02/03/09
Paolo Barnard, ‘Primarie, Partito Democratico, legge sul conflitto d’interessi’, Golem del Sole 24 Ore, 2007
Big Oil Protects its Interests, The Center for Public Integrity, July 15, 2004
JOHN M. BRODER, Oil and Gas Aid Bush Bid For President, New Yor Times, June 23, 2000
Jeffrey H. Birnbaum, The Road to Riches Is Called K Street, Washington Post, June 22, 2005
Federal Election Commission data released electronically on Monday, October 27, 2008.
http://www.zmag.org/znet/viewArticle/19603
ROBERT KUTTNER & MICHAEL HUDSON, Democracy Now 13 Feb 2009
Paolo Barnard, ‘Perché ci Odiano’, Rizzoli BUR, 2006.
Paolo Barnard, ‘Per Un Mondo Migliore’, www.paolobarnard.info, 2004
Corporate Europe Observatory, Financial Lobbies - A Guided Tour of the Brussels EU Quarter, 23 September 2009
Paolo Barnard, ‘Ecco come morimmo’,
www.paolobarnard.info, 2009
Free Market Think Tank Links, Atlas Economic Research Foundation ~ 1201 L St. NW Washington , DC
Financial services industry lobby groups listed on EC lobbying register, 9 March 2009, Corporate Europe Observatory
The Adam Smith Institute, The Omega Project, by Norman Chapman et al. from research conducted for the Adam Smith Institute.
I Globalizzatori, di Paolo Barnard, Report RAI 3, 09/06/2000
Paolo Barnard, ‘Lo spaventapasseri e la vera catastrofe’, www.paolobarnard.info, 2009
Crollano gli investimenti esteri, In Italia -57 per cento - Sole 24 Ore, 17 settembre 2009
World Investment Prospects Survey, UNCTAD, 2009-2011
The Washington Post, New Money Flee France and its Wealth Tax, July 16, 2006